La Torre Breda è una torre in mattoni costruita intorno all’anno 1891 per volontà di Vincenzo Stefano Breda. Ad imitazione di quanto fece l’amico Alessandro Rossi, fondatore del Lanificio Rossi di Schio, anche V.S. Breda volle realizzare, accanto alla propria dimora, una torre belvedere in stile medioevale per ammirare i cavalli trottatori del proprio allevamento di Camazzole. Ricordiamo infatti che i conti Breda erano allevatori di cavalli da corsa al trotto, tant’è che l’ippodromo a Padova est (Le Padovanelle) porta ancora il nome dei Breda. Dopo il 1922, la “Fondazione V.S. Breda” di Ponte di Brenta, presieduta dal comm. Achille Breda, decise di vendere la tenuta di Camazzole e, attraverso vari possessori, la proprietà giunge agli attuali proprietari, i sigg. Borsato.
La torre, tra il primo ed il secondo dopoguerra, venne usata come “cava” di mattoni per costruire abitazioni di privati cittadini in tempi in cui la povertà e la fame la facevano da padrone. Il corpo della torre venne poi usato negli anni successivi come barchessa grazie anche all’aggiunta di un porticato lungo il fronte est.
L’edificio risulta dalla sommatoria di due manufatti adiacenti, costituiti dalla Torre Breda vera e propria, comprensiva della sua propaggine nord-ovest e di una barchessa adiacente costruita per evidenti motivi funzionali a destinazione agricola. Lo stato di fatto denuncia sensibili manomissioni ed interventi che, comunque, testimoniano la “storia“ dell’edificio, riconoscibile complessivamente come parte di un sistema agricolo largamente diffuso nel territorio dalla Destra-Brenta.
Lo stato di conservazione della Torre è disastroso: il tempo e l’incuria dell’uomo hanno provocato lesioni profonde e crolli parziali; non è azzardato ipotizzare che se non si interviene immediatamente, di Torre Breda e della sua storia rimarrà solo il ricordo.
Nel 2007 è stato fatto un primo progetto esecutivo di restauro a firma Bettinardi Architettura. Il progetto prevede la ricostruzione della sagoma della torre originaria. La torre viene infatti ricostruita con mattoni simili agli originali ma con una colorazione leggermente più neutra, in grado di denunciare la nuova aggiunta ad un occhio attento. Lo studio delle foto storiche ha premesso poi di desumere le proporzioni originarie della torre.
Lo scopo principale dell’intervento di restauro è quello di recuperare un manufatto, facente parte del patrimonio storico dell’area del Medio-Brenta, per renderlo fruibile ad un vasto pubblico, curioso della storia del luoghi e dedito ad un turismo culturale.
Il piano terra si sviluppa all’interno della barchessa recuperata e viene destinato a sala polivalente per piccole conferenze, riunioni e proiezioni culturali. Dalla sala riunioni si accede al primo impalcato mediante una scala a chiocciola, frutto di recupero di archeologia industriale (dall’ultracentenaria Cartiera di Carmignano). Tale impalcato ha la funzione, come del resto in origine, di condurre al vero ingresso della torre. L’impalcato del piano primo ospita il museo della storia del nostro territorio e accompagna il visitatore all’ingresso originario alla torre. Vista l’esiguità degli spazzi, il museo si compone di teche e materiale multimediale e viene allestito in modo flessibile con componenti facilmente modificabili.
L’ingresso alla Torre Sancisce la soglia di passaggio tra la barchessa aggiunta e la torre vera e propria, scandendo la divisione tra uno spazio chiuso e climatizzato ed uno spazio scoperto nella sua sommità. Il percorso verticale della torre si sviluppa attraverso quattro livelli ed il visitatore, nel suo procedere, viene accompagnato da elementi rappresentativi di un’epoca oramai trascorsa e da immagini didascaliche della cultura dei luoghi. Il piano-belvedere, in sommità alla torre, garantisce una posizione privilegiata per la visione panoramica del fiume Brenta, della sua caratteristica vegetazione e consente inoltre l’individuazione intuitiva dell’antico ippodromo, del quale oramai si son perse le tracce.
Non va infine trascurata la posizione strategica di Torre Breda nel contesto generale del percorso ciclabile Monaco-Venezia, del quale l’attraversamento Nord-Sud del territorio della Destra-Brenta è parte integrante. In quest’ottica la Torre in questione può diventare una sosta culturalmente interessante, inserita com’è tra siti significativi che lo stesso percorso incontra nel suo sviluppo, con la possibilità, tra l’altro, della degustazione dei prodotti caseari tipici locali, prodotti dalla prospiciente “Latteria Camazzole”